L’inchiesta sulle "sentenze aggiustate" al Consiglio di Stato e al Cga siciliano ha ricevuto nuova linfa dalle confessioni degli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, in base alle quali il 4 luglio, su richiesta della Procura di Messina, la Guardia di finanza ha arrestato il magistrato Giuseppe Mineo, all’epoca dei fatti in servizio al Consiglio di giustizia amministrativa.
Mineo era noto alle cronache nazionali perché due anni fa fu indicato dall’ex premier Matteo Renzi nella lista dei nuovi giudici del Consiglio di Stato: e ciò nonostante fosse stato sanzionato per irregolarità amministrative (in specie, ritardo nel deposito delle sentenze). L’indicazione non fu sufficiente alla nomina proprio perché, al momento della verifica dei requisiti, quelle irregolarità ne determinarono l’esclusione dal massimo organo della giustizia amministrativa.
L’accusa ritiene che gli avvocati Calafiore e Amara sentissero motivo per ringraziare Mineo, per il suo accurato lavoro come giudice relatore (forse addirittura limitato ad accogliere una bozza di sentenza direttamente scritta da loro) a sostegno della decisione favorevole a due società (Open Land e Am Group), per un risarcimento di 2.8 mln di euro, che nel 2016 rischiò di mandare in dissesto il comune di Siracusa.
In questa vicenda è stata anche considerata l’eventuale adesione dei due avvocati all’associazione APROM (Associazione per la promozione del Mediterraneo) ma, come apprendiamo da Siracusanews, l’Associazione medesima ha presto comunicato che i medesimi
sono stati esclusi dall’associazione Aprom a luglio del 2016 e a loro è stata restituita persino la quota associativa.