
Elzeviro è il carattere di stampa piccolo, nitido ed elegante, creato dall’incisore Van Dyck ed usato nelle edizioni della famiglia degli Elzevier, celebri tipografi, editori e librai di Amsterdam, attivi dal 1583 al 1713.
Dal nome di questo carattere tipografico prese poi corso l’abitudine di chiamare “Elzeviro”, l’articolo principale di “terza pagina” dei quotidiani, tradizionalmente destinata ad argomenti letterari.
In Italia l’elzeviro come pagina letteraria prese avvio nel 1901 sulle pagine del «Giornale d’Italia» e, qualche anno dopo, del «Corriere della Sera», diffondendo lo stile della “prosa d’arte”, stile letterario colto ed elevato, caratterizzato dall’elaborazione retorica e dal privilegio della forma rispetto al contenuto.
Una corrente importante della prosa d’arte in Italia si sviluppò intorno alla rivista romana «La Ronda» (1918-1922), guidata dal critico Emilio Cecchi (1884-1966). Tra le “penne” prestigiose ed importanti, dedite all’Elzeviro va ricordata quella di Eugenio Montale.
Per quanto concerne il nostro “Elzeviro dello Jonio”, il compito che assume idealmente l’articolo, è di novellare la grande tradizione con articoli che possano esprimere la sensibilità del XXI secolo, un tempo in cui è per tutti l’atto simultaneo della conoscenza istantanea e, tuttavia, l’assunzione di conoscenza non è mai un fatto scontato; inoltre, senza una poetica intesa come scelta creativa di selezione delle informazioni e restituito senso della forma, l’atto del conoscere risulterebbe svuotato a semplice nozionismo, e quindi consegnato all’oblio.
L’elzeviro sarà dunque approfondimento e critica.
Quando saremo riusciti, dirà il Lettore, se ci sarà almeno uno a ricordare.