§1. LA LEGGE DEL DHARMA E L’IDEA DI RES PUBLICA
In questo saggio si potranno trovare i fondamenti dell’azione di educazione civica cui Fondazione M tende. Attraverso l’analisi del concetto di pubblico progresso si chiariranno i rapporti tra educazione e istruzione e possibilità di gestire la cosa pubblica (res publica). Da queste premesse potranno trarsi avanzamenti per comprendere in che modo attribuire il potere al popolo (democrazia) in assenza di un saldo equilibrio culturale non solo è inutile, ma è dannoso e tende a creare le condizioni per la concentrazione del potere in un sistema tirannico. Il fondamento della libertà è spirituale: ma la porta dello spirito può aprirsi soltanto se sono sufficienti i livelli di educazione e istruzione della singola persona. Soltanto una persona educata e istruita può giungere a comprendere qual è il suo dovere senza che debba esserci qualcuno ad angariarlo per dirgli ogni momento cosa deve fare. Le idee di Mazzini in proposito vengono da lontano e dal profondo, legandosi agli spiritualisti cosmopoliti del suo tempo, dai trascendentalisti al movimento di coscienza cosmica. Costoro erano ben consapevoli che lo sviluppo medio dell’umanità è ben lontano da consentire a ciascuno di poter essere in grado di autodirigersi, di essere cosciente del proprio Dharma, cioè del proprio dovere mistico quotidiano. Ecco perché le persone in formazione hanno sempre bisogno di un capo. Anche nel sistema mazziniano la presenza del capo si manifesta necessaria all’organizzazione sebbene, all’interno dell’organizzazione, i migliori andavano istruiti per comprendere i vari gradi della coscienza e della padronanza del sé, un sistema iniziatico al cui grado più alto viene rilevato che non c’è bisogno di nessun capo, che non esiste nessun capo, che ognuno deve essere in grado di determinare da sé, attraverso la propria coscienza, la consapevolezza del proprio dovere, in assenza del capo. Mazzini parlò sempre negativamente dell’anarchia, ritenendo il sistema non applicabile ai singoli uomini. Ai singoli uomini dovevano esser date prograssivamente le idee del socialismo magico, un cristianesimo delle origini reso veramente universale attraverso la consapevolezza del lavoro spirituale per il miglioramento della comunità. L’assenza di un capo andava riservata alla dimensione transpersonale degli stati aggregati in società delle nazioni, il compimento dell’idea anarchica: che è tutto l’opposto del caos, perché è invece un sublime ordine tra pari, senza bisogno di un capo, dove ogni stato è superiorem non recognoscens e ogni Ente è dedicato al progresso dei propri componenti. Queste idee non sono ancora state realizzate; addirittura, abbiamo fatto gravi passi indietro rispetto alla loro realizzazione. Come italiani, possiamo riscontrare come il meglio di queste idee abbia permeato la nostra Costituzione Repubblicana, e siamo davvero preoccupati che non ci sia nessuno, tra le forze di governo e di opposizione, che sappia leggere in essa questo patrimonio ideale.
§2. NON C’E’ PUBBLICO PROGRESSO SENZA PUBBLICA ISTRUZIONE
Dall’Enciclopedia Treccani, sappiamo che progrèsso è sostantivo maschile derivante dal latino progrĕdi «andare avanti, avanzare»; con tre principali accezioni: in senso generico, processo, avanzamento di un qualsiasi fenomeno; la seconda è l’andare verso una meta, il compimento di un’opera, l’avanzamento verso gradi o stadî superiori, con implicito quindi il concetto del perfezionamento, dell’evoluzione, di una trasformazione graduale e continua in miglioramento. Nel significato assoluto, il progresso è lo sviluppo verso forme di vita più elevate e più complesse, perseguito attraverso l’avanzamento della cultura, delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, dell’organizzazione sociale, il raggiungimento delle libertà politiche e del benessere economico, al fine di procurare all’umanità la liberazione graduale dai disagi: oggi sappiamo che la Legge della Vita è il Progresso: progresso per l’individuo, progresso per l’Umanità (Mazzini).
Pùbblico è aggettivo che viene dal latino publĭcus, affine a popŭlus «popolo», che riguarda la collettività, considerata nel suo complesso e in quanto fa parte di un ordine civile (cittadinanza o nazione), che è di tutti, che è comune alla collettività, che è accessibile a tutti, aperto a tutti, che tutti possono utilizzare, che non è di proprietà privata né riservato a persone o gruppi determinati.
Dalle definizioni del sostantivo e dell’aggettivo, ricaviamo che il pubblico progresso è esattamente ciò che Mazzini intendeva per l’avanzamento della comunità nazionale: e cioè il contrario di quella logica familiare privata che attribuiva soltanto a qualcuno i privilegi della vita, lasciando il popolo nell’ignoranza con scelte politiche volutamente oscurantiste.
Una logica familiare e privata è stata quella delle vecchie aristocrazie. Privato, è evidente, viene da privare, cioè togliere, sottrarre. Al contrario, l’idea di Mazzini è repubblicana nel senso nobile, cioè di res publica, di rendere accessibile e fruibile a tutti le cose di tutti e, soprattutto, di mettere in condizione tutti di fruirne.
Sarebbe pretestuoso e falso ritenere questo sistema nemico della proprietà privata: perché i confini della libertà sono certamente delimitati da sfere sottratte al dominio di tutti. L’inviolabilità dei corpi passa fondamentalmente attraverso la possibilità che ciascuno hanno un luogo dove ritirarsi senza essere esposto all’arbitrio degli altri, e questa dimensione si potrà definire inviolabilità dello spazio privato del domicilio: ma questa libertà negativa (che nega cioè l’intrusione altrui) dev’essere in funzione dell’apporto che ciascuno deve dare alla comunità. Questo principio lo troviamo bene espresso nella nostra Costituzione, quando la proprietà privata viene subordinata a una funzione sociale.
La funzione sociale è dunque il correttivo della speculazione e dell’arbitrio. Ma come fare diventare questa funzione sociale un elemento della coscienza? Attraverso educazione e istruzione, naturalmente: senza la diffusione di educazione e istruzione non è possibile pensare alla condivisione di nulla. Ecco perché il fondamento della res publica non è l’attribuire il potere al popolo (democrazia), ma mettere il popolo in condizione di gestire la res publica, ciò che può accadere soltanto attraverso buoni programmi di istruzione per tutti.
§3. NON C’E’ SPIRITUALITA’ SENZA ISTRUZIONE PER TUTTI
Quel che ci rimane di quelle idee gloriose è necessario che venga tutelato, è il nostro patrimonio genetico, è la missione spirituale dell’Italia: trovare la via, fare in modo che la comunità internazionale riconosca il nostro esempio, come è accaduto nell’antichità classica, nell’età rinascimentale, con il Risorgimento. E come ancora accadrà.
La tesi del socialismo magico poggia su alcune semplici affermazioni:
- la scelta del materialismo storico ha abdicato ad ogni radicamento nell’albero del progresso, che esige consapevolezza del pensiero irrazionale e mistico;
- la fonte mistica è la sorgente dell’idea di progresso, che implica educazione e istruzione per tutti, al fine di permettere a ciascuno di aprire la porta stretta dello spirito;
- l’apertura di questa porta è il viatico per il gradualismo spiritualista, cioè il sistema di trasmissione iniziatica di istruzioni dei perfettibilisti;
- preparare persone consapevoli del proprio dovere è la chiave per costruire una società libera che non ha bisogno dell’autorità perché ognuno sa cosa deve fare e qual è il proprio quotidiano compito;
- pretendere questa soglia di consapevolezza è del tutto inattuale per l’attuale stadio evolutivo dell’umanità, pertanto questa dottrina può essere data solo per gradi;
- chi accede ai gradi più alti ha il compito di concepire azioni strutturanti della Res Publica. Solo le Repubbliche unite in confederazione possono realizzare, come le nostre Costituzioni europee moderne ricordano, un sistema superiorem non recognoscens, cioè un sistema di pari senza un capo.
Sono queste in sintesi le idee del SOCIALISMO MAGICO che hanno radici antiche nei Manifesti R+C, nel Cristianesimo delle origini, nella dottrina dei cinque Tathagata.
Questi fondamenti irrazionali sono stati negati dal materialismo storico, che è una mistificazione, e dall’annegamento della dottrina iniziatica dell’ANARCHIA, che ha subito la trasformazione in volgare lotta armata: un vero anarchico non vuole imposizioni, né può voler imporre qualcosa a qualcuno, tanto meno con la forza.
Altrove verranno indicati i criteri di trasmissione iniziatica.
Auspichiamo che queste idee possano nutrire la mente di uomini e donne di chiaro intelletto.
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