Miliardi di persone. 7,8 miliardi la popolazione mondiale stimata nel 2020.
In base alle previsioni del World Population Prospects elaborato dalle Nazioni Unite, nel 2050 si arriverà a 9,7 miliardi di abitanti e la popolazione urbana passerà a 6 miliardi (erano “solo” 746 milioni nel 1950).
Non sarà questo il caso, ma si potrebbe pensare che la volontà di trasformare un fatto più o meno fortuito in un’opportunità… Il consiglio di ESTINGUERSI! è: “pensa diversamente“. Il cosmo intero è un infinito contenitore di energia e i limiti sono dati soltanto dalla nostra mente. Questo è il pensiero della libertà, che non è irresponsabile ed è, invece, massima responsabilità. Ma, sappiamo bene, pensare correttamente è difficile. Siamo dominati dal pensiero della miseria della condizione animale. Ci nutriamo di animali, siamo animali impauriti che cercano prede.
Comunque, il reverendo scozzese Malthus, già nel 1798, scriveva che l’incremento della popolazione presto o tardi farà saltare l’equilibrio tra popolazione e risorse naturali: questa tesi si sostiene ancora per mettere paura nell’opinione pubblica; ma le cose sono molto migliorate e, grazie alle innovazioni tecnologiche, non c’è motivo per cui debba esserci povertà nel mondo. Jeffrey Sachs, che a lungo ha lavorato per l’ONU, ha indicato con dati e numeri come gli avanzamenti della tecnologia permettano di affermare che non c’è più nessun motivo tecnologico per la povertà (The End of Poverty, 2005).
Habemus? Il discorso si fa serio, poiché la povertà non è finita affatto. Perché? Semplice e terribile, il punto è che la povertà è uno strumento per tenere i popoli soggiogati. Con il linguaggio degli economisti, non è più un problema di produzione (di risorse disponibili) ma di distribuzione (cioè come le risorse vengono distribuite). In breve, il potere, attraverso il controllo del danaro (banche e istituti finanziari), determina una distribuzione della ricchezza volta a mantenere diseguaglianze e dominio.
Il tenere sotto controllo grandi masse è stato utile finché la produzione era organizzata in modo industriale: le fabbriche richiedevano grandi quantità di manodopera, ed un surplus di disoccupazione era utile a tenere i salari bassi sotto la minaccia “se non accetti tu questa paga c’è subito qualcun altro pronto a sostituirti“. Oggi, la produzione industriale è prevalentemente meccanizzata e non c’è più bisogno di tutte queste sterminate quantità di operai. L’onda lunga del benessere occidentale ha illuso con la possibilità di cultura per tutti, università di massa, viaggi per tutti in tutto il mondo a costi contenuti, etc.: ma i nodi vengono al pettine.
Ah, e resta famigeratamente famosa la dichiarazione di Christine Lagarde del 2012, (oggi direttore della Banca centrale europea, allora al Fondo monetario internazionale), secondo cui “Non potete vivere così a lungo, il sistema pensionistico non può sostenere il peso”. In questa frase c’è il presagio, se non la programmazione, di qualcosa da fare, di azioni da intraprendere per interrompere l’effetto cumulato del circuito allungamento della vita / incremento della popolazione. La ricetta malthusiana è semplice: una guerra, un cataclisma, un’epidemia: qualcosa che abbia la forza distruttiva per ridurre la popolazione.
Né ciò cui assistiamo in questo tempo sembra avere la consistenza di un enigma: caso naturale?
Intendi: stando alle fonti, sembra proprio di no. Virus prodotto in laboratorio? A quanto pare, al virus naturale è stata addizionata una sequenza artificiale. Quindi, se è un prodotto di laboratorio, perché è stato fatto? Nel laboratorio di Wu-Han è vero che c’erano anche biologi americani? E’ attendibile l’ipotesi che sia stato fatto per screditare la Cina e contrastare la sua supremazia sulla tecnologia 5G? E, se anche così fosse, che dire dell’uso strumentale per fini politici che si sta facendo del virus?
Forse gli effetti delle procedure di restrizione e del lockdown sono veramente giustificati dalla gravità dell’epidemia? Sono del tutto considerati i rischi conseguenti alla chiusura degli esercizi commerciali? E cosa accade se l’economia va in cortocircuito e chi vive di incassi di giornata (commercianti, operai, artigiani) non avrà più il sufficiente?
Tutto questo potrebbe anche essere letto come fine di un ciclo. E, per mettere la parola fine su un’epoca, non stupirebbe l’eventuale volontà di sospendere/eliminare spazi di aggregazione, mobilità internazionale a basso costo, nuova possibilità di aggregazione ideale.
Terribile a dirsi, se così fosse sarebbe un piano deliberato, il cui committente è il trust dell’eugenetica.
Va riportato tutto al secolo scorso, in chiave ciclica: facendo così, sarebbe la ripetizione dell’uguale in forme analoghe.
Non accetterà il lettore una verità così sconnessa e rapsodica, se non in chiave filosofica.
Vna è la verità del dogma: che va sempre combattuto. Cum grano salis.