Il direttore Antonio Longo ne accompagna l’uscita con questa breve presentazione:
C’è un modo concreto per contrastare la propaganda demagogica dei movimenti anti-europei e nazionalisti. Mostrare i costi che noi, cittadini europei, sopportiamo proprio per effetto del mancato raggiungimento dell’unità politica. E che ancor più dovremmo sopportare se sciaguratamente prevalessero quelle forze nei nostri Paesi.
Per anni la narrazione dominante nei media ci ha raccontato di un’Europa ‘austera e matrigna’ che ci ha imposto costi economici e sociali elevatissimi. Ma tacendo sul fatto che sono i governi nazionali che non hanno voluto dare all’Unione gli strumenti per agire, per poi dare la colpa all’Europa quando i problemi non sono risolti e si trasformano in costi che toccano tutti gli aspetti della vita politica, economica, sociale e di convivenza civile. Dalla deflazione continua nell’economia, con disoccupazione e precariato, all’incapacità di avere una seria politica sui flussi migratori, all’inesistenza di una politica estera per l’Africa e il Medio Oriente, alla totale assenza di una strategia europea sulla questione del terrorismo.
Sono tutti costi che i cittadini europei pagano per mantenere la finzione di una sovranità nazionale sull’economica e la sicurezza.
Occorre allora introdurre una “nuova narrazione” nel dibattito politico europeo, a partire dal concetto che è, invece, proprio la mancanza di un governo federale europeo la causa reale del malessere e dei costi che gli Europei devono sopportare.
È quanto cominciamo a fare con questo numero, che non a caso intitoliamo “I costi della non-Europa”, analizzandone alcuni aspetti, nei limiti che un giornale inevitabilmente impone. Ma è solo un inizio. Proseguiremo in questa direzione perché siamo convinti che denunciare questi costi sia molto importante in questa fase della battaglia europea. |