dì di svegliarsi presto dal torpore
dì di non restare ad attendere
quel che non può accadere se pure
il fuoco resta acceso a maledire
se restando sospeso non sa fare
altro mai che avvolgere per lingue
arroventate dal caldo del sangue
vedi, che la fiamma non si estingue
da sé; piuttosto s’alimenta e segue
il corso delle vane cose attigue,
saluta quindi la lusinga greve
se il sovrano non sa con gesto lieve
più distinguer il sale dalla neve
al calice d’oblio distratto beve
sedotto da troppe parole, dove
si potrà distillare forse poco,
forse niente, quasi fosse un gioco
e gira intorno chi ne sente l’eco
legge e rilegge e trova infine un buco.
