Victor Jara è il maggior cantautore cileno. È l’autore dell’inno “Comandante Che Guevara”. È un figlio del popolo, che ha intravisto un sogno di benessere per tutti e l’ha creduto. Ha creduto nell’amore. Ma il suo nome non evoca soltanto questo.
Forse John Lennon no. Ma Victor si. Lo hanno ammazzato, è stato un assassinio politico. La storia lo testimonia.
Víctor Jara era un cantautore, musicista, regista teatrale e attivista politico cileno. La sua musica era profondamente radicata nella tradizione folcloristica e affrontava temi di giustizia sociale, amore, speranza e resistenza.
Simbolo della “Nueva Canción Chilena”, è stato uno dei massimi esponenti del movimento musicale e sociale che utilizzava la musica come strumento di consapevolezza politica e di cambiamento sociale.
Negli anni ’60 e inizio ’70 quest’idea era incarnata dal governo socialista di Salvador Allende e del progetto di “Unidad Popular”, che mirava a costruire una società più equa in Cile.
La sua vita fu tragicamente interrotta. Dopo il colpo di stato militare dell’11 settembre 1973, guidato dal generale Augusto Pinochet, Víctor Jara fu arrestato, torturato e brutalmente assassinato nello Stadio Chile (oggi ribattezzato Estadio Víctor Jara in suo onore) pochi giorni dopo il golpe.
Il suo omicidio è diventato un simbolo della brutalità del regime e della repressione degli artisti e degli intellettuali.
La sua musica continua a ispirare movimenti di protesta e artisti in tutto il mondo. Canzoni come “Te recuerdo Amanda”, “Manifiesto”, “El derecho de vivir en paz” sono inni alla resistenza, alla memoria e alla ricerca della giustizia.
La sua figura è un potente simbolo di come l’arte possa essere una forza per il cambiamento e di come la voce degli artisti possa essere soppressa, ma mai completamente messa a tacere.
Gloria a Victor Jara.
Fondazione M 