La metamorfosi di Facebook in META, lo si deve riconoscere, è geniale. Può generare sgomento, proprio perché è superlativa: non si tratta più dell’intuizione giocherellona di un ragazzino che ha inventato un sistema in cui ogni “io”, ogni “faccia” può raccontare il suo diario, la sua storia. Questo è stato Fb.
Adesso l’operazione si è spostata sulla costruzione consapevole di un universo parallelo, un METAVERSE (che è la forma originaria dell’intuizione/nome), ulteriormente impreziosito dall’elisione che lascia soltanto META come nome definitivo. Geniale anche commercialmente, perché avviene in una fase calante in cui Fb è diventato noioso, ma non c’è ancora un vero antagonista pronto a sfidare. Così la sfida è con sé stesso.
Il nuovo logo, il segno matematico/mistico dell’infinito, forse cade un po’ nel retorico, ma è comunque la retorica dell’illimitato, del totalmente recettivo. A Menlo Park, in California. Zuckerberg ha spiegato come la sua azienda mira a costruire una nuova versione di Internet, tutti i giornali lo hanno riportato: “Crediamo che il metaverso sarà il successore di Internet mobile, saremo in grado di sentirci presenti – come se fossimo proprio lì con le persone, non importa quanto siamo distanti”.
Il metaverso è il luogo in cui il mondo fisico e quello digitale si incontrano. Al centro di questo universo ci sarà la realtà virtuale, un mondo digitale a cui puoi già accedere tramite i visori Oculus VR di Facebook e agli occhiali intelligenti realizzati con Ray-Ban. Facebook ha già in corso una versione professionale del metaverso: Horizon Workrooms, un’app che consente ai lavoratori di Oculus di entrare negli uffici virtuali e tenere riunioni.
Nick Clegg, vicepresidente degli affari globali di Facebook, tiene le sue riunioni di team nel metaverso dell’ufficio, con tavolo virtuale e lavagna. Facebook ha dichiarato che sta creando 10.000 nuovi posti di lavoro nell’Unione Europea come parte di piani di crescita che includono la costruzione di un metaverso. Il termine metaverso è stato coniato in Snow Crash, un romanzo di fantascienza dell’americano Neal Stephenson. Il protagonista del romanzo, Hiro “…non è affatto qui. È in un universo generato dal computer che il suo computer sta attirando nella sua maschera e pompando nelle sue cuffie. Nel gergo, questo luogo immaginario è conosciuto come il Metaverso. Hiro trascorre molto tempo nel Metaverso.” Michael Abrash, responsabile scientifico dell’attività Oculus di Facebook e figura chiave nei suoi sforzi per la realtà virtuale, ha dichiarato in un post sul blog: “Tutto è iniziato con Snow Crash”. Facebook ha annunciato un programma di investimenti da 50 milioni di dollari (36 milioni di sterline) per garantire che il metaverso sia costruito in modo responsabile”, con il denaro distribuito tra organizzazioni e istituzioni accademiche come la Seoul National University e Women in Immersive Tech.
La dismissione del riconoscimento facciale, usato impropriamente per commettere omicidi da tecnologie militari, è il primo elemento che va in questa direzione.
Sarà un incubo o un progresso?
Sarà come tutte le cose umane.
