Aung Sang Suu Kyi è un nome che ha il suono di un mantra. Tutti dovremmo recitarlo nelle nostre meditazioni giornaliere, finché il cielo non potrà più tollerare la brutalità di ottusi militari che la tengono in prigione e umiliano le speranze di un popolo intero.

La vittoria alle elezioni del partito di Aung non è stata accettata dal regime militare, che accusa di brogli i legittimi vincitori. L”America di Biden ha preso posizione, minacciando sanzioni. Più incerta, more solito, la posizione dell’Europa.