Una grande cantante. Lhasa de Sela

Poiché il suo nome è pressoché sconosciuto al grande pubblico, ai lettori di Fondazione M consigliamo vivamente di mettere in attenzione questa donna, poeta più che cantante.

Soon this space will be too small è il titolo dell’ultima canzone del suo secondo album, una premonizione e una vaticinio sul senso della vita.

Figlia di un amore hippie tra  Alejandro “Alex” Sela, messicano, e la fotografa americana Alexandra Karam, la bambina rimase cinque mesi in attesa di ricevere il suo nome.

Lhasa venne dalla lettura di un libro di Alexandra David-Neel sul Tibet, di cui Lhasa è la remota capitale. Visse un’infanzia nomade, tra gli Stati Uniti e il Messico, in un autobus adattato a scuola con i genitori e tre sorelle. A San Francisco debuttò come cantante. Aveva 13 anni. Sei anni dopo era a Montréal, in Canada, dove cantava nei bar della città le canzoni che sarebbero confluite nel suo primo album, La Llorona, pubblicato nel 1997 dall’indipendente Audiogram. Dal suo sito leggiamo in proposito: “Paru en 1997, la Llorona, premier album écrit, composé et interprété par une jeune inconnue du nom de Lhasa, a pu passer aux yeux de certains pour une curiosité, un accident exotique. Échappant à toute définition, l’album évoque une Amérique latine à la fois réelle et imaginaire, née de la mémoire d’une enfance itinérante, ballotée sur les routes du Mexique et des Etats-Unis. La musique en est unique et familière, mêlant «rancheras» et mélopées tziganes, country et chansons populaires à des textes profondément intimes, interprétés en espagnol d’une voix chaude et puissante. Sous bien des aspects, cet album n’aurait sans doute pas pu voir le jour ailleurs qu’à Montréal, où il a été réalisé. Venues du sud mais écrites en plein cœur de l’hiver, les chansons, empreintes d’un romantisme à la Brönte, sont pleines d’humour, d’intelligence et de dérision, crues, déconcertantes et passionnées.”

Dopo un tour in Europa e Nord America, Lhasa si trasferì in Francia nel 1999 per unirsi alle tre sorelle in un circo compagnia teatrale chiamata Pocheros. Ancora a Montreal incise il suo secondo album, The Living Road, che uscì nel 2003.

Se La Llorona era interamente cantato in spagnolo, The Living Road includeva canzoni in inglese, francese e spagnolo.

La melancolica errante la definì Ana Laura Pérez, giornalista argentina. Chi vorrà ascoltarne le struggenti composizioni e il suo meraviglioso “recitar cantando” capirà quanto appropriata sia questa definizione e quanto profondo il sentimento del suo canto.

Il terzo album, intitolato semplicemente Lhasa, del 2009, è il canto d’addio di un’artista vissuta come una creatura celeste apparsa fulmineamente in questo pianeta, diversa da tutto e da tutti. Un cancro al seno la condusse a morte prematura nella notte tra il 31 dicembre e il 1 gennaio del 2010, a 37 anni.

Secondo quanto da lei richiesto, la salma venne cremata presso l’Ukrainian National Federation Hall a Montréal. Le cronache ricordano una persistente nevicata, per quattro giorni consecutivi.

Nel 2014 la città di Montréal decise di dedicarle il parco Clark nel quartiere Mile-End, che oggi porta il suo nome.

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foto di oliver Gutfleisch tratta dal sito ufficiale di Lhasa de Sela

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