Il saccheggio dell’ Amazzonia è di inaudita violenza non solo verso le popolazioni indigene, ma contro l’intera umanità. Tra agosto 2018 e luglio 2019 la deforestazione ha raggiunto i 6.833 chilometri quadrati. Le foreste pluviali sono fondamentali per il contrasto al riscaldamento globale: senza la loro presenza perderemo il 20% di risorse di acqua per il Pianeta, il 20% della produzione di ossigeno della Terra.
Ma qual è la causa? Per la misura prevalente, bistecche. Da dare in pasto agli americani. E agli europei. E ai cinesi. Una parte significativa dell’offerta globale di carne bovina, compresa gran parte dell’offerta di carne in scatola in Europa, proviene da terreni che un tempo erano parte della foresta pluviale amazzonica.
La foresta pluviale amazzonica, rimane umida e zuppa di acqua per gran parte dell’anno, non brucia naturalmente. Gli incendi sono intenzionali. E riguardano parti del mondo molto sensibili. Oltre che in Amazzonia, incendi innaturali si sono registrati in Siberia (vedi articolo Università di Padova, ilbolive), dove una nuvola di fumo più estesa dell’intero territorio dell’UE ha avvolto gran parte del paese, tra cui Novosibirsk, attraversando l’Oceano Pacifico e raggiungendo gli Stati Uniti. Incendi vasti e violenti si sono registrati in Alaska. La Danimarca ha dovuto inviare vigili del fuoco e mezzi anti-incendio in Groenlandia.

Gli indigeni cacciati dagli incendi in Brasile sono 896 mila. Le loro proteste sono giunte alle orecchie di Papa Francesco, che a loro ha dedicato il prossimo Sinodo in ottobre, in cui si parlerà di ecoparrocchie e di ambiente, ma anche di trovare nuove vie per l’evangelizzazione di quella porzione del popolo di Dio.
La carne bovina non è tutto.
C’è la ricerca dell’oro. Specialmente nelle aree della riserva indigena Waiapi nello stato di Amapà in Amazzonia, dove il leader locale è stato ucciso. Monica Ricci Sargentini per il Corriere della Sera riporta: “A lanciare l’allarme è stato un senatore dello Stato, Randolfe Rodrigues, che aveva ricevuto messaggi disperati durante il weekend.«Sono pesantemente armati, hanno fucili automatici».”
E c’è anche chi crede che dalla foresta vi sia un accesso al regno sotterraneo. E oro in quantità.
Le fotografie dimostrano un precoce invecchiamento dell’uomo che ha permesso tutto questo, Jair Bolsonaro, rinominato #BolsoNero, il Nerone brasiliano. Lui ha reso più veloce quel che da tempo era nelle volontà del capitale. Bolsonaro si è detto favorevole a permettere l’estrazione dei metalli preziosi nelle riserve indigene. I politici locali hanno detto in risposta: «Il presidente incoraggia il conflitto». I cercatori d’oro devastano le foreste e inquinano i fiumi con il mercurio che usano per estrarre il metallo prezioso.
E il danno, per quanto benedetto, è ormai grave, se non irreparabile.
Concordo totalmente con quanto espresso nell’articolo. L’umanità è impazzita o non si rende conto della gravità di quanto sta accadendo. Noi occidentali, cittadini, pensiamo che la “vita” si svolga in ambienti affollati da asfalto e cemento oltre che da esseri umani, mentre è vero esattamente il contrario. La vita sta nei mari e nelle foreste, senza i quali noi non esisteremmo. Urge una presa di coscienza di tutti. Bisogna far capire che questi incendi non avvengono da un’altra parte, ma sono a casa nostra, la Terra.
Maurizio Gimbo