L’Agenda 2030 è il documento approvato nel 2015 dalle Nazioni Unite. Il titolo complessivo è Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile e si articola in 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese), dettagliati in 169 Target da raggiungere entro il 2030. Il documento esprime un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale.
Secondo le previsioni, tutti i Paesi sono chiamati a contribuire allo sforzo di portare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distinzione tra Paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo, anche se evidentemente le problematiche possono essere diverse a seconda del livello di sviluppo conseguito. Ciò vuol dire che ogni Paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli SDGs, rendicontando sui risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dall’Onu.
Nel frattempo, gli USA hanno eletto Trump (nel 2017), determinando la solita vecchia situazione nel rapporto USA / ONU: prima si propongono politiche che poi si negano per il prevalere di orientamenti politici incompatibili.
Come scrive Giorgio Pagano su Micromega, “oggi c’è un diffuso disincanto verso l’ONU e tutto ciò che riguarda il ‘governo mondiale, come lo definisce per denigrarlo la destra americana. Secondo un sondaggio condotto dall’agenzia Gallup Analytics solo il 37% dei cittadini statunitensi crede che l’ONU stia lavorando bene rispetto ai problemi che si trova ad affrontare. Ed è presumibile che anche in altri Paesi vi sia lo stesso clima di sfiducia. Compresi i Paesi europei (…) E’ soprattutto la destra americana che rigetta il “governo mondiale”, e utilizza questa avversione in campagna elettorale spesso raccogliendo buoni risultati: non solo con Donald Trump, ma già con Ronald Reagan (…) conosco difetti e limiti dell’ONU. Ma oggi si impone una scelta di campo netta: o un mondo di nazionalismi, o un mondo che dà vita e rafforza una rete sovranazionale dei diritti”.
Declinare l’elenco dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, sapendo che difficilmente potranno essere raggiunti, è un esercizio piuttosto sterile. Chi volesse vederne il contenuto, può ricorrere al link in apertura di articolo. Per vedere il punto vero, occorrerebbe capire se siamo ormai giunti irreversibilmente a essere soltanto spettatori dello spettacolo, spesso discutibile se non di cattivo gusto, del capitalismo.