Mirella Restuccia, Antonio Urzì Brancati e Davide Crimi
Presentazione del libro “Sul Sentiero Iniziatico” di A.U. Brancati
Messina, Libreria “Fiori Gialli”
La presentazione del libro “Sul Sentiero Iniziatico” di Antonio Urzì Brancati è stato un momento di approfondimento molto interessante per discutere di quale possa essere il ruolo delle cosiddette organizzazioni iniziatiche oggi. Le domande e le questioni poste da Mirella Restuccia, acutamente refrattarie alla logica delle organizzazioni intese come sistema costituito, hanno riacceso un punto che altre volte abbiamo trattato, ad esempio con un articolo dal titolo lungo e avvolgente come “SULLA NECESSITÀ ANTROPOLOGICA DELLE ORGANIZZAZIONI INIZIATICHE E SULLE CONDIZIONI PER LA LORO EVOLUZIONE”, che campeggia sulla home page di uno dei nostri luoghi su internet [Centro Studi Metafisici] e che, alla luce delle considerazioni di questa sessione, forse non risponde pienamente alle sollecitazioni poste dal ricco e appassionato dibattito che il pubblico in sala, stimolato dalle riflessioni dell’Autore, ha messo in campo.
L’eterogeneità del pubblico in sala è apparso significativo, quasi un campione statistico, espressione perfetta delle posizioni oggi presenti nel dibattito generale: c’è stato infatti chi ha difeso le ortodossie, tanto quella religiosa che quella massonica, intese come depositarie esclusive, sia pure in campi separati, dell’autorità sulla materia. Altri hanno insistito sulle peculiarità delle organizzazioni Martiniste; altri ancora hanno fatto leva sulla specificità delle componenti femminili, altri ancora sulle prerogative conservatrici o progressiste di questi movimenti; altri, infine, sulla necessità di sottrarre alle organizzazioni questo ruolo, ma senza immaginare uno schema entro il quale far confluire questa sensibilità, che il Martinismo, tra le forme storiche conosciute, meglio di tutte ha interpretato con la dottrina e la pratica della libera iniziazione.
Non appaia questo dire ciò che non è: non si vuole fare apologia del Martinismo rispetto alle altre dottrine storicamente consolidate nel campo delle filosofie iniziatiche: si vuol affermare però che, tra queste, il Martinismo ha saputo produrre un frutto maturo dell’Età dei Lumi e del misconosciuto Secolo della Ragione, presto declassato dai suoi detrattori come età decadente. Il riferimento è all’emergere della possibilità di una spiritualità senza bisogno di una religione, di una teologia libera dal dogma confessionale, di una dottrina iniziatica libera dal concetto di obbedienza. Comprensibile che questo non piaccia a tutti: né, si dovrà ricordare, si parlava per ottenere proseliti o vantaggi, quanto, piuttosto, per esporre una filosofia. Antonio Urzì Brancati, da par suo, ha saputo riconoscere gli elementi di ragione nelle diverse posizioni e, attraverso il richiamo alle sue molteplici esperienze in questo campo, ha indirizzato una parola di saggezza sull’essenziale e un gesto di silenzio sul superfluo, ri-velando a tutti il Mistero.

L’ha ribloggato su ORDINE ESOTERICO MARTINISTA.