Il recente dibattito sulle Piramidi dell’Etna forse potrà essere apparso bizzarro a qualcuno. Tuttavia, prima di respingere l’argomento come si farebbe con quello dell’ “asino che vola”, sarà bene tenere in considerazione che la tesi di terrazzamenti ammucchiati per lo “spietramento” di campi da coltivare è di certo ancor meno attendibile, anche perché, per un ipotetico proprietario terriero amante eccentrico dell’architettura, la cui possibilità è ancora ragionevole, è del tutto improbabile che molti proprietari terrieri, di appezzamenti anche molto distanti gli uni dagli altri, abbiano avuto lo stesso sentimento architettonico: perché una cosa è accatastare pietre, altra – e più costosa – costruire strutture. L’ipotesi che si tratti dunque di costruzioni molto più antiche e remote è molto più ragionevole di quanto non appaia a prima vista, e i suoi principali detrattori, del resto, sono certamente quei costruttori che hanno interesse a demolirle per fare nuove costruzioni.

Se diamo un’occhiata in giro per il web, ci accorgiamo però che stanno venendo fuori nuove consapevolezze e, a quanto pare, di piramidi è pieno il mondo – e non solo l’Egitto o lo Yucatan, come sapevamo. Vi mostriamo dunque un documento di Siusy Blady che, per quanto tratti la materia con ironia e con beneficio di verifica e inventario, tuttavia non è certo una sprovveduta… avvertendo che contro la tesi delle piramidi bosniache, sostenuta da Semir Osmanagic, il personaggio intervistato, vi sono molte critiche, tra cui il professor Sejfudin Vrabac della Facoltà di Mineralogia e geologia dell’ Università di Tuzla che sostengono che la collina è una semplice formazione geologica naturale.