Di questi giorni (anche se la Delibera è del 4 maggio), la pubblicazione dell’atto. n.154/2018/PRSP della Corte dei Conti. L’atto è pubblico e può essere consultato. Ma cosa dice in effetti? Nella parte delle motivazioni, troviamo un’analisi dei parametri di deficitarietà, da cui leggiamo: "Il comune di Catania, sulla base della certificazione trasmessa, risulta avere superato 4 dei 10 parametri di deficitarietà strutturale come definiti dal decreto ministeriale 18 febbraio 2013 in quanto i parametri n.2,3,4 e 9, riferiti alla consistenza dei residui attivi e passivi e alle anticipazioni di tesoreria utilizzate e non restituite entro il termine dell’esercizio finanziario, risultano oltrepassare i valori posti quale limite ai fini dell’accertamento della condizione di ente strutturalmente deficitario.
Tuttavia non risulta possibile con assoluta certezza verificare, per esempio, l’eventuale rilevanza del parametro n.5, riferito alle procedure di esecuzione forzata, dal momento che il relativo dato, che risulta significativo nei casi nei quali le predette procedure, in ciascun esercizio finanziario, superino il valore dello 0,5 per cento calcolato in rapporto all’ammontare delle spese correnti, non è riscontrabile in assenza di una compiuta analisi e rendicontazione delle iniziative assunte dai terzi creditori al fine di azionare i crediti di rispettiva pertinenza.
Inoltre, come già precedentemente ricordato, l’osservanza del parametro n. 8, relativo all’ammontare dei debiti riconosciuti nel corso dell’ultimo triennio, non supera il limite dell’1 per cento posto dal sopra citato decreto ministeriale solo in quanto il comune di Catania non procede, come sarebbe tenuto a fare, al tempestivo riconoscimento dell’imponente mole di debiti fuori bilancio in attesa di riconoscimento."
Questa la diagnosi. Fuori dal simbolismo dei 4 su 10, +1 non verificabile e un altro +1 non correttamente computato, nel merito sono in crtica:
a) le procedure di stabilizzazione del personale precario con la successiva immissione in servizio di n. 53 unità di personale PUC nell’anno successivo;
b) la sistematica sovrastima delle previsioni di entrata successivamente non tradotte in accertamenti, tra cui vengono in rilievo le previsioni correlate alle alienazioni immobiliari, ai trasferimenti statali e regionali e al finanziamento di opere pubbliche con fondi europei;
c) la mancata approvazione di idonee misure correttive volte a favorire la riconduzione della gestione entro i parametri della sana gestione finanziaria, su cui era la Corte dei Conti si era già espressa con raccomandazioni con Deliberazione n. 154/2016/PRSP.
L’Elzeviro si ferma all’oggettività di quanto sopra, senza aggiungere commenti o altro. D’altra parte, chi vorrà prendere in considerazione studi e analisi fatte in un ormai storicizzato passato, potrà esaminare tabelle e grafici contenuti nel saggio "Catania, l’irredimibile".