L’Opera Parallela è un progetto filosofico in cinque volumi, concepito come un paradigma del dissenso per ritrovare un’esistenza a “livello umano” in un’epoca definita “nuova preistoria”. Questi studi sono la sintesi di ricerche condotte dall’autore prima dell’avvento dell’intelligenza artificiale, con l’intento di indagare le mistificazioni e offrire al lettore strumenti per una conquista soggettiva del sé e della sfera spirituale. L’autore chiarisce che il solo studio non basta per un percorso meditativo profondo, ma è una componente essenziale per un cammino verso la libertà che il lettore deve saper fare proprio, anche attraverso il superamento delle idee presentate.
Il Dio dell’Eden passa in rassegna le tre religioni monoteiste che hanno forgiato la cultura mediterranea, ebraismo, cristianesimo e islam, manifestando un debole per le fonti arcaiche e una forte propensione per l’integrazione delle fonti apocrife nell’analisi. Malgrado tutti gli sforzi di adattamento e il tentativo sempre presente di voler vedere nelle Sacre Scritture, al di là delle apparenti incongruenze, l’aspetto trascendente, l’esito si manifesta come confutazione del divino e cattività dello spirito.
Origini occulte dell’Illuminismo apre con un titolo che è già un paradosso e si incammina in un sentiero di ricerca che parte da dove è terminato il precedente: se il sacro inteso come religione non è apparso accettabile, proviamo dunque l’esperienza delle correnti esoteriche, iniziatiche e spiritualiste. L’esito è affascinante, perché fatalmente conduce all’intreccio tra storia delle idee e storia del potere. Ma anche in questo caso si risolve in una impermanenza sostanziale, unabprospettiva che distingue l’esistere dall’essere, con la acquisizione del nostro appartenere all’esistere, categoria materiale, e non all’essere.
Soli come il Sole raccoglie il disincanto delle precedenti esperienze e riprende il cammino dall’impulso originario, l’incanto poetico, registrando il paradosso che il disincanto possa restituire il dono incantatorio. Il testo si ispira ai grandi monumenti della critica letteraria in materia di poesia, con saggi sulla funzione politica della letteratura in generale e della poesia in particolare, con un’ipotesi di traiettoria spirituale derivante dalla galleria di “ritratti” dei grandi poeti dell’Ottocento e del Novecento.
L’Occhio nel Buco Nero è la definitiva rinuncia alla credenza del potere trasformativo della parola e della sua capacità di formare comunicazione. Ognuno comprende a suo modo, ciò che viene detto con un’intenzione perviene come equivoco. L’esegesi di Alice nel Paese delle Meraviglie equivale a quella sulle Sacre Scritture: l’approdo filosofico del Novecento, insieme a quello estetico che si arrende alla irrappresentabilità del sacro è qui presentato come definitivo sradicamento, condizione necessaria per la coscienza del nostro tempo.
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Luce del Dharma, il quinto volume, si propone quale completamento della parabola umana di questo esperimento inteso come vita soggettiva che tende a dissolversi nell’impersonale luce.
LUCE DEL DHARMA
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Davide C. Crimi è un autore e ricercatore che si occupa di scienze sociali, con un focus specifico sull’intersezione tra religione, politica, economia e arte. Il suo lavoro si concentra sull’indagare le mistificazioni e proporre un percorso di ricerca personale che mira alla conquista della sfera spirituale e alla libertà individuale.
È noto per la sua “Opera Parallela“, un progetto in cinque volumi che si propone di guidare il lettore fuori da quella che definisce una “nuova preistoria“, un’epoca in cui la sopraffazione è tornata a dominare come nelle fasi più oscure dell’alto medio evo.
I suoi scritti, come “Il Dio dell’Eden” e “Origini occulte dell’Illuminismo“, mostrano una profonda conoscenza delle fonti religiose e esoteriche, con una forte inclinazione verso l’analisi critica e la confutazione delle narrazioni consolidate.
Crimi esplora anche il ruolo della poesia e della letteratura, come si vede in “Soli come il Sole“, e la natura della comunicazione in “L’Occhio nel Buco Nero“.
Il suo approccio filosofico suggerisce che la vita si svolge in un “livello subumano” e che l’attuale civiltà si trova in una fase di regressione che la allontana dall’idea spirituale.
Dopo le svolte – per metà acquisizioni e per metà delusioni – dell'”Età dei Lumi” e dell'”Età della Ragione“, dopo il colpo di coda delle due atroci guerre del Novecento, la nuova illusione del boom e dell’avanzamento dei diritti della società di massa, l’epoca contemporanea ci riporta ad un’epoca di regressione e di brutale materialismo, un neofeudalesimo capitalista che sta espropriando l’umanità del suo più prezioso bene: il tentativo di sviluppare una coscienza che affiori ed emerga completamente alla consapevolezza.
Questo coltivare il disincanto non induce l’Autore a pretendersi guida, ma semplicemente presentare il suo lavoro come persona che ha tentato per sé di forgiare strumenti per la coscienza.
Kram Samkhya Marg, Il Cammino della Conoscenza, è un approdo non più soggettivo, dove la sintesi degli strumenti conosciuti prende il sopravvento su ogni tensione individuale, creando la più rarefatta condizione per accettare l’impermanenza della vita e coglierne il senso transeunte rispetto a un viaggio che attraversa i mondi.
La lettura di queste opere ambisce ad essere uno strumento di orientamento, ma il percorso di liberazione dev’essere compiuto individualmente dal lettore.





