L’ipotesi “Grexit” nella Unione Europea

Articolo di Ninni Radicini pubblicato dal Centro di Documentazione Europea dell’Università degli Studi di Catania (www.cde.unict.it).

A fine dicembre 2014, dopo la mancata elezione in Parlamento del Presidente della Repubblica Ellenica in successione di Karolos Papoulias, con il conseguente ricorso alle elezioni legislative anticipate stabilite per il 25 gennaio 2015, la crisi politica in Grecia ha riportato lo Stato ellenico in condizioni di turbolenza finanziaria, amplificata dalla incertezza sia sulla linea politico-economica del prossimo governo sia sui tempi di formazione dell’esecutivo. Si è così prospettata l’ipotesi di una uscita della Grecia dalla Eurozona, in merito a cui è stato coniato il vocabolo “Grexit” (Greek euro exit).

(…)

Uno scenario ipotizzabile a seguito di una Grexit prevedrebbe la necessità per Atene di stampare una propria moneta. I debiti in gran parte verso ESM, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale rimarrebbero però in euro e la Grecia, con una moneta svalutata, difficilmente sarebbe in grado in rimborsarli. Inoltre si avrebbe un effetto immediato su quegli altri stati aderenti alla Eurozona con debito e disoccupazione alti. Sul versante politico si determinerebbe l’affermazione della reversibilità dell’adesione alla Eurozona, a vantaggio delle formazioni politiche cosiddette “euroscettiche” già presenti in modo consistente nel Parlamento Europeo insediatosi dopo le elezioni di maggio 2014.

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