Perché l’Irlanda ha detto “no” al referendum sull’UE?

Com’è noto, i cittadini irlandesi chiamati ad esprimersi con il referendum popolare sull’adozione del nuovo Trattato Europeo, hanno detto “no”. Ma, più precisamente, a cosa hanno detto “no”? E perché? Come nel teatro assurdo di Ubu, la commedia comincia con grida e lamenti: sono persone libere, che reclamano le catene.  A ben vedere, l’esito di questo referendum è un “no” all’ampliamento dei diritti di cittadinanza.

Certamente, è un “no” al miglioramento del funzionamento dell’Unione Europea, alla maggiore stabilità, al rafforzamento dell’efficienza e della legittimità democratica dell’Unione allargata. Il nuovo Trattato, denominato “Trattato sul funzionamento dell’Unione” (TFU) avrebbe recepito gran parte delle riforme introdotte dal Trattato di Costituzione europea, con lo scopo di superare il dissenso o le divergenze di alcuni Stati membri (Francia e Olanda in primo luogo, ma anche Regno Unito, Polonia e Danimarca).

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