all’eroe ferito

Massimiliano Frumenti Savasta

Massimiliano «Max» Frumenti Savasta è stato pittore, scenografo, performer  eclettico. Laureato in Lettere alla Sapienza di Roma, figlio d’arte con un padre che ha fatto parte della stagione aurea delle avanguardie e delle transavanguardie che avevano un polo magnetico in via Margutta.

Quanto al segno artistico, come ha scritto Davide G. Aricò (tra l’altro autore anche della foto sopra riportata – source: sikelian.com) «…il vivido segno astratto accoglie fra le proprie trame svariati elementi figurativi; o dell’assemblaggio di oggetti, luci, musica.»

Con le sue opere, Max testimonia la sua ricerca spirituale, parlando di quell’ idea di conoscenza che è viva e pericolosa e che è indifferente al sistema del business e che ha per oggetto la rivelazione della pace, interna ed esterna.

Per una recente personale a Noto, il titolo che Max ha scelto è stato «Eroi feriti». Non so quale fosse la ferita di Massimiliano, ma certamente doveva averne una.

Per Max (parole e accordi di Gorgia)

La ricerca sulle sue annotazioni sembra condurre indelebilmente e inesorabilmente a quell’idea di arte come veicolo di memoria, che si spiritualizza levando gli ormeggi, staccando le zavorre, entrando nel sentiero incerto del puro astratto.

Allora, senza troppe concessioni ai se, ai ma ed ai ma perché, ricordarlo si può e si deve come avrebbe scelto lui, usando il bianco della tela come conferimento di energia, come propellente per rialzarsi in volo, senza temere di osar condurre la memoria ai confini della preghiera.

Masnavi di Rumi & R+C Mystic Pasto’s
(parole e musica di Gorgia)

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