Il titolo è chiaro e definisce il nostro tempo. Proviamo a spiegare perché.
§1 Osservazioni preliminari
Si dovrebbe distinguere tra politica come politeia, cioè elaborazione di ipotesi per il bene comune da politica come realpolitik, e cioè come implementazione di scelte determinate da chi detiene il potere.
Questa distinzione deve ammettere, con Machiavelli testimone della distanza tra le cose come sono e come dovrebbero essere, che la politeia è stata sempre un enunciato retorico, che non ha mai funzionato nemmeno al tempo dei Greci. Ma è anche vero che i tempi non sono mai stati tutti uguali e che ci sono state nei secoli e nei decenni stagioni di maggiore libertà e stagioni di minore libertà.
A questo punto è importante definire il punto di osservazione. Perché, se si guarda il mondo con gli occhi del padrone di una fabbrica, le cose appaiono in un certo modo. Se si guarda con gli occhi di un proprietario terriero, cambiano prospettiva. Ancora più radicalmente se si guarda dal punto di vista di un lavoratore dipendente. Tutto diverso se si guarda con gli occhi di un lavoratore precario o di un disoccupato.
Detto meglio, il punto di osservazione è definito dalla fascia di reddito che, a sua volta, definisce la classe sociale. Non c’è bisogno nemmeno di evocare Marx, perché queste idee sono già nel pensiero di David Ricardo e di Pierre Joseph Proudhon, se può essere utile qualche rimando.
Tornando al presente, definito che il punto di vista scelto è quello della classe dei lavoratori (includendo in questa tutti i lavoratori dipendenti, sia di produzione che di posizione, sia del settore agricolo che di quello industriale che del terziario e del terziario avanzato), la domanda sarebbe dunque: “C’è un partito dei lavoratori?”
La risposta è abbastanza risolutiva: NO. In questo momento, non c’è un partito esponente degli interessi dei lavoratori.
La domanda conseguente sarebbe dunque: “Come mai?” con un corollario del tipo: “Questa è una situazione soltanto italiana?”
§2 Obiettivi elementari di questo scritto e brevi inquadrature di contesto
Questo articolo prova a rispondere a queste domande in modo sintetico e breve. Non ci saranno altri rimandi dottrinali se non strettamente necessari.
Potrebbe essere interessante parlare della rivoluzione industriale, dell’Internazionale dei Lavoratori, con l’apoteosi cinematografica di Metropolis poi irretita nel modello metamassonico dell’Internazionale Comunista (con l’assurda tesi della “separazione della falce dal martello”), del movimento per i diritti civili in America, Martin Luther King, il blues e il soul, il Newport folk festival, i movimenti per i diritti civili, la restaurazione a colpi di propaganda e la demolizione del dissenso con un’onda reazionaria che approda alla resa cinematografica del proletariato di Clockwork Orange. Ciascuno di questi punti andrebbe spiegato in dettaglio, e questo è stato fatto in opere come The rising of cosmopolitan personalities e Nude Canzoni.
L’onda reazionaria comincia con la strategia della tensione. Il liberismo, l’aggregato degli invisibili detentori del potere finanziario che controlla il deep state e determina le composizioni dei governi, ha inteso debellare la contestazione giovanile e, in generale, ogni istanza socialista.
L’assassinio di Martin Luther King è il più emblematico, ma non è certo il solo. Si giunge agli anni ‘70 con il terrorismo rosso e soprattutto nero (le stragi più efferate sono tutte storicamente, anche se non sempre giudizialmente, riconosciute come azioni svolte dall’eversione nera, spesso con coperture dell’esercito e dello Stato, in tutto l’occidente).
§3 Il muro di Berlino e l’affondo del liberismo per il controllo del mondo
La caduta del muro di Berlino è il punto di svolta, il momento in cui il liberismo ritiene di aver trionfato al suo interno ed esser pronto per sferrare l’attacco finale per la conquista del mondo intero. Il papa polacco, convinto della santità della sua missione, per fare della Polonia un paese occidentale, cura la mediazione dei rapporti tra gli USA di Reagan e l’URSS di Gorbaciov. Il risultato è un inganno alla Russia che determinerà il crollo delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e il sanguinario smembramento della Yugoslavia operato dall’industrial military complex il cui punto visibile è la NATO.
Non basta: il liberismo vuole eliminare ogni residuo di socialismo all’interno degli stati sotto la sua influenza. In Italia, il flebile socialismo di Craxi viene smantellato in nome di un’accusa che sarebbe stata uguale per qualsiasi partito.
In Medio Oriente, persino Saddam Hussein – l’uomo scelto dagli occidentali per contrastare la teocrazia radicale dell’Ayatollah Khomeini – viene considerato scomodo e “socialista” se in cambio delle trivellazioni chiede ospedali e scuole per l’Iraq. Comincia l’operazione Desert Storm, sulla base dell’accusa che Saddam Hussein stava elaborando armi chimiche, accusa totalmente falsa come hanno dimostrato le deposizioni di Dick Cheney e i filmati diffusi da Wikileaks.
A proposito di WikiLeaks, oltre ai più noti documenti, esiste una quantità di informazioni che riguardano l’Italia, tra le quali il fatto – documentato da Stefania Maurizi, avvocato del team internazionale di difesa di Julian Assange – che il Partito Democratico Americano ha finanziato negli anni Novanta la transizione del Partito Comunista (che era, bene o male, un partito dei lavoratori per quanto diretto da non-lavoratori intellettuali o pseudo) in un nuovo partito post-moderno, “non ostile alla creazione di un ambiente favorevole agli investimenti”, perifrasi che significa consenziente a mantenere salari bassi e poca o nulla tutela del lavoro.
Questo partito è il PdS, poi divenuto PD, i cui successi sono stati l’esser stati colpevolmente partecipi dell’eccidio sui Balcani in termini di politica estera e, in termini di politica interna, l’aver consentito la dismissione delle partecipazioni statali (Eni, Montedison, etc.) fino alla vera e propria truffa del cambiamento di valuta, accettata nel cambio 1 a 2 con il passaggio dalla lira all’euro.
Questa fase è stata gestita dunque da una finta sinistra di cui, peraltro, il sistema si è presto sbarazzato quando, operate queste riforme liberticide e laboricide, si è potuta stabilmente insediare la destra. In Italia, si è trattato comunque di una destra maccheronica, addirittura con qualche apertura, tra tende subsahariane e bunga bunga, al socialismo di Gheddafi. Cosa che ha contribuito alla terribile morte del Capo di Stato della Libia e, per l’Italia, la perdita di una guerra commerciale con la Francia e il declino di un discusso leader più commerciale che politico.
§4 L’ignoranza artificiale indotta dal Grande Fratello
L’ultima fase del cammino post-ideologico del XXI secolo è caratterizzato dall’ignoranza di ritorno strutturata dalla versione plebea del modello di Orwell, il Grande Fratello televisivo e le trasmissioni collaterali da Amici a Uomini e Donne e i vari talent che offrono modelli aspirazionali in cui l’ignoranza e la volgarità non sono un ostacolo né alla potenziale carriera televisiva né alla politica.
Il rinnovamento è stato l’effetto dell’irrompere di un evento tanto imprevedibile da essere prevedibilissimo, e cioè internet come strumento preparatorio del consenso e l’ingresso ai ruoli istituzionali (parlamentare, consigliere regionale o comunale). In Italia, un esperto di telecomunicazioni che sa come simulare produzione di consenso attraverso elaborazioni statistiche e un comico da cabaret sono riusciti in questo intento, che poi avrebbe completato il team con un portavoce, tal Casalino, che veniva proprio dall’esperienza del famigerato programma televisivo.
Così, a cavalcare questa chance tecnologica è ben riuscito il Movimento 5 Stelle che, malgrado la sua ridicola denominazione – che richiama immediatamente alla mente il lusso dei grandi alberghi e solo successivamente ha cercato di riferire ai cinque punti del programma di cui la parte nota restano esclusivamente i vaffa del suo leader e il reddito di cittadinanza – comunque ha portato una perturbazione esterna all’establishment del sistema di potere consolidato di destra e finta-sinistra.
La mancanza di una solida base ideologica ha fatto sì che lo smembramento del M5S sia stato estremamente facile già alla prima curva. L’alleanza innaturale di governo con la Lega, l’irruzione dell’establishment di Bruxelles per spezzare dall’interno il Movimento puntando su un suo discusso ministro con delega alle bibite, peraltro poi confermato per un altro giro di valzer con il governo successivo. La buona volontà del leader sostituto del leader non più presentabile – padre di un giovane frequentatore di locali superlusso accusato di stupro proprio come l’attuale detentore della terza carica dello Stato – non è stata sufficiente a sopperire il fatto di aver abboccato all’esca del liberismo. La principale politica attuata dal M5S è infatti il reddito di cittadinanza, strumento che mette i disoccupati in contrasto con i lavoratori (nello scacchiere politico, pseudo-sinistra post moderna contro sinistra sindacale veteromarxista). In breve, un disastro privo di basi e di consapevolezza ideologica e di classe.
Per quanto riguarda il PD, l’estenuante successione di inconsistenze tutte più o meno liberiste (il bipartisan Letta, l’opportunista Renzi, il fratello di Montalbano, l’esogena Schlein, con un omaggio al sindacalista Landini che ha cortesemente rifiutato di farsi mangiare dal tritatutto), tutte più o meno a depistare le politiche del lavoro in via cedevole rispetto alle politiche gender contrabbandate come politiche di sinistra, tutto questo ha anticipato l’attuale situazione inglese, in cui il partito laburista di Starmer che ha vinto le elezioni è ben lontano dal laburismo classico fabiano di Corbin, manifestandosi come una ben chiara finzione liberista.
§5 Dissonanze e conferme nel “modello a doppia protezione”
Un segnale dissonante viene da Sinistra e Verdi, che hanno ottenuto un buon risultato alle elezioni europee dello scorso giugno, ma è frammentario e debole. La candidatura di Ilaria Salis, arrestata in Ungheria per reati politici contro la proprietà privata (occupazione politica di spazi privati) ha avuto successo, determinando la liberazione di un’attivista. Le situazioni sono da chiarire, e persino l’idea anarchica, se presa nel versante ideologico di Stirner, non è necessariamente in linea con l’azione della Salis. Ma di certo non può essere paragonata, come fa la stampa di propaganda, al caso Chico Forti. O alla Santanché. Si tratta solo di confusione. Di Sinistra e Verdi si può comunque certificare che è stata l’unica forza parlamentare da subito orientata in modo netto contro le politiche di Ursula Von Der Leyen (che i detrattori chiamano Nostra Signora dei Vaccini e delle Armi) volte a trasformare i fondi europei in spesa per armamenti a sostegno (?) dell’Ucraina.
Il modello egemone resta quello del PD, riferimento obbligato a sinistra. Così, il modello della finta-sinistra va avanti, si estende, si ramifica. L’Italia è stata ed è un’interessante palestra per questo modello a “doppia protezione”: fanta-sinistra all’opposizione e destra al governo. La destra può essere di tipo liberista-finanziario (Draghi, Monti, etc.) o cane da guardia. Non bisogna dimenticare che il fascismo e il nazismo nacquero, nel secolo scorso, come strumenti di controllo e sedazione degli scioperi indetti dal Movimento Internazionale dei Lavoratori e dal Sindacalismo rivoluzionario (la storiografia annovera alcuni casi di imprenditori ebrei che hanno sovvenzionato il partito nazionalsocialista) salvo poi sfuggire di mano, con conseguente disastro umanitario. Nel ciclo, quando la destra liberista azzarda riforme impopolari (privatizzazione dell’acqua e dei servizi essenziali), nel caso semplice si mette al governo il cane da guardia; nel caso più complesso l’illusione del cambiamento con la finta-sinistra al governo e conseguente rapida virata depistante alle politiche gender.
§6 Conclusioni sull’impossibilità contemporanea di fare politica
Il capitalismo è un modello costruito dall’uomo, storicamente determinato. Non c’è ragione di crederlo insuperabile. Alla fine dell’800 Marx riteneva che sarebbe imploso da sé, a causa di ciò che lui, con Engels, definiva Legge della caduta tendenziale del saggio di profitto.
Tuttavia, il modello resiste. Anche perché, quando si registra una caduta del tasso di profitto, l’establishment decide di sopperire con l’economia di guerra. Questa condizione appare destinata a divenire permanente, perché l’industria, in seguito all’automazione post-industriale, non ha più necessità di assorbire quantità importanti di popolazione per le fabbriche. Il modello punta quindi allo sfruttamento del consumo (ecco perché le politiche di reddito di cittadinanza sono strumentali al liberismo) e, dove i diritti di base mancano, all’aperto sfruttamento della tratta degli schiavi, che è il triste ma amaramente vero nome da dare alle politiche dell’immigrazione contemporanee, stabilite dagli “Accordi di Dublino” a tutto vantaggio dei Paesi egemoni in Europa.
L’aggressione ai Paesi non allineati continua. La presenza di navi militari nel Mar Nero e nel Mar d’Azov è notoriamente la causa della guerra in Ucraina. Su questo, occorre precisare che le guerre non le fanno i popoli, ma i comitati di interessi che controllano le politiche degli stati nazionali. Già il Manifesto di Ventotene indicava questa condizione come causa delle guerre mondiali che hanno funestato il Novecento, e il dato è più che mai attuale.
L’analisi di Alexander Dugin non può essere certo proposta come modello alternativo. Alcuni dei punti sono totalmente da respingere, come l’idea di mettere insieme le due ideologie sconfitte del Novecento (comunismo e fascismo) per combattere la vincente (il liberismo). A parte queste improbabili congetture, il libro La Quarta Teoria Politica (scritto prima della guerra Ucraina, occorre ricordare) contiene tuttavia alcuni spunti interessanti, tra cui la denuncia del fatto che il capitalismo a trazione occidentale, sotto la bandiera della democrazia, in realtà spinge per un mondo unipolare (la teocrazia del Tempio dell’Intelligenza Artificiale) mentre l’alleanza dei Paesi emergenti (Brasile, Russia, India, Cina, cosiddetto BRIC) propone con fatica un modello multipolare, antropologico, di salvaguardia delle foreste, di maggior equilibrio nella distribuzione delle risorse e dell’energia.
Quanto è vera è quanto è falsa questa ricostruzione semplificata, è tutto da vedere.
Ma siamo sicuri di essere dalla parte giusta della Storia?
§7 Epilogo
Questa riflessione è destinata a cadere nel vuoto. Tra quelli che avranno avuto la pazienza di leggere per intero, qualcuno forse penserà che è interessante, altri cercheranno di contrastare con analisi differenti, già innestando un meccanismo competitivo in cui “tu hai detto bene, ma non è come dici tu ed ho ragione io” o, più concessivamente, “pretendi di sapere tutto ma non sai niente come tutti gli altri”. Tutto ciò è estenuante. Non c’è nessuna base condivisa. L’unica azione possibile è nel silenzio, nella meditazione e nella preghiera, meglio se accompagnate da comportamenti responsabili volti a minimizzare la traccia della nostra presenza sul mondo e sulla natura.
Con simpatia, se avete avuto il coraggio di leggere sin qui, vi chiedo persino di ascoltare questa traduzione/adattamento/attualizzazione di un brano che piacque molto a Godard. Come avrebbe detto Sgalambro, il mondo è pessimo ed io non posso far altro che cantare. Premi ché suona.

Possa questa riflessione essere dedicata incondizionatamente alla completa liberazione e alla suprema illuminazione di ogni essere, ovunque nello spazio e nel tempo, per quanto remoto e distante, per quanto infinitamente piccolo e abissale. Così sia.

Riceviamo e pubblichiamo:
Sabbie mobili
di Melina Di Costa
Che dire… pensavo che nelle sabbie mobili ci fossi solo io… mi consola sapere che ci sei anche tu! (affermazione del tutto irrazionale, me ne rendo conto).
Ho letto e ascoltato tutto, dalla prima parola all’ultimo suono…e ora paghi pegno, perché anche tu dovrai fare lo stesso.
Chi ha ragione? Tutti e nessuno.
Nietzsche (di cui condivido solo alcune affermazioni) espresse nella sua formulazione del “prospettivismo” l’inevitabilità della diversità di opinioni, e, in uno dei suoi aforismi, afferma che tra il nostro pensiero e la “realtà così com’è”, interponiamo sempre la nostra persona, cosicché non possiamo fare altro che vedere sempre noi stessi. Questo concetto di estrema soggettività, declinato in forme diverse, riguarda anche le leggi della fisica relativistica, che pongono a fondamento del nostro “qui ed ora”, localmente definito dalle coordinate spaziotemporali, l’indissolubile binomio “osservatore/sistema di riferimento”, cosicché esistono di fatto tante realtà quanti sono gli osservatori. “L’osservatore” può anche essere infinitamente piccolo come una particella, un atomo, o anche aggregati via via più grandi e complessi. Successivamente la meccanica quantistica ci ha rivelato che la nostra realtà materiale “emerge” dal “vuoto quantistico”, una realtà fisica più fondamentale e al di là delle nostre dimensioni spaziotemporali. Questo vuoto quantistico precede la nascita del nostro universo “causalmente”, ma non temporalmente, in quanto il tempo, come noi lo sperimentiamo, è una proprietà della nostra fisica quadridimensionale (ed è anche, aggiungo io, ciò che consente lo svolgersi della nostra esperienza di vita terrena) E, da ultimo, i fisici ci dicono che il fondamento della realtà tutta, sia relativistica che quantistica, risiede nell’esistenza di campi quantistici, caratterizzati al loro interno da incessanti vibrazioni, operate dai cosiddetti “oscillatori armonici”, capaci di ottenere livelli massimi di “risonanza”, cioè di potenza sinergica, con l’utilizzo della minima energia possibile da parte di ogni singolo oscillatore, a condizione che le oscillazioni assumano tutte lo stesso ritmo. È così che un ponte, anche se ben costruito, può crollare al passaggio di uno squadrone di soldati che marciano tutti allo stesso ritmo. Ed è per questo, secondo me, che il ritmo e la musica hanno un effetto così profondo e misterioso sul nostro corpo e sulla nostra psiche.
“Risonanza” è la parola chiave che voglio estrarre da questa sintetica (ma comunque già troppo lunga) premessa.
Una sensazione, un sentimento, un pensiero, non possono che essere assolutamente soggettivi e di per sé non possono testimoniare alcuna verità assoluta… ma , come tutta la realtà che esiste dentro e fuori di noi, essi (forse dal profondo dei campi quantistici? ) possono “risuonare”. E così la sensazione e l’immagine delle sabbie mobili è tua quanto mia. Il desiderio di giustizia sociale è tuo quanto mio. Il desiderio di rispetto della Natura e delle altre forme di vita è tuo quanto mio. Ed è tuo quanto mio il desiderio di accedere a dimensioni spirituali superiori, anche attraverso la comprensione delle tracce e delle indicazioni lasciate da altri esploratori dello Spirito.
Mi chiedo: perché il movimento
5 stelle è entrato in “risonanza” con un numero così alto di persone? Insomma arrivare ad un consenso del 25% alla sua prima apparizione sulla scena elettorale, e al 32% alla successiva, è qualcosa di stupefacente. Soprattutto se si considera che gli eletti erano cittadini comuni, poco conosciuti, e per lo più squattrinati. Perché gran parte dell’elettorato ha sentito di potersi fidare più di loro che dei prescelti dalle segreterie di partito? Quali erano le idee, i sentimenti, le sensazioni, che hanno trovato “risonanza“in così tante persone? Dario Fo e tanti altri intellettuali e artisti erano rapiti da quell’ondata di pensiero divergente. Che cosa ha attratto me? Ti faccio un breve elenco in ordine sparso:
-Perseguimento della trasparenza assoluta su tutti gli atti della pubblica amministrazione e sugli atti politici di governo. Quindi contrasto a porcate e inciuci.
-massima tutela dei beni comuni e dell’ambiente. Quindi contrasto allo sfruttamento dei beni comuni per profitti privati, e contrasto ad ogni forma di inquinamento e devastazione dell’ambiente naturale.
-Tutela dei lavoratori precari, tramite una retribuzione maggiorata rispetto ai lavoratori stabilizzati, e tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro.
-Reddito di cittadinanza a tutti i disoccupati involontari e ai lavoratori poveri.
-attivazione di azioni efficaci per far incontrare la domanda con l’offerta di lavoro.
-implementazione di nuove tecnologie e dell’informatica per efficientare il settore pubblico, con ricadute positive anche per il settore privato.
-restituzione ai cittadini di quel potere costituzionalmente assegnato al popolo, e furbescamente sottratto agli elettori da tutte le segreterie di partito, in perfetto accordo tra loro, e da una legge elettorale giustamente chiamata “porcellum” dal suo stesso autore.
– Promuovere l’accesso a cariche politiche da parte di comuni cittadini volenterosi e motivati, anche se squattrinati e poco noti.
– estromissione dalla rappresentanza politica di coloro che non hanno la fedina penale pulita.
-contrastare, con il limite dei due mandati, l’immarcescibilità dei nostri nauseabondi “politici di professione”.
-divieto di coalizione con partiti già esistenti.
-abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti, anche se elargiti in forma indiretta.
-abolizione dei finanziamenti alle testate giornalistiche.
-Riduzione del numero e sopratutto degli stipendi dei parlamentari, non certo per risolvere il problema del debito pubblico, ma perché schifosamente indecenti, non solo rispetto ad altre nazioni, ma soprattutto rispetto alla povertà crescente di alcuni strati della nostra popolazione.
Ed infine un fragoroso e liberatorio “vaffanculo” ad una classe politica criminale e indegna, che, purtroppo, come il fluido maligno di “Blob”, sembra riuscire a inglobare qualsiasi cosa gli si avvicini. Ed è quello che purtroppo è successo ai 5stelle. Si sono fatti assimilare per poter stare alle “regole del gioco”, invece di cambiarle quelle regole. Ora il “vaffanculo” da parte della gente è silenzioso, ma ha il volto del crescente astensionismo.
Il pensiero di Marx ha trovato una grande “risonanza”, pur non essendo ancora nato Casaleggio, né Grillo, a lanciare le sue idee sui social. Marx non poteva certo immaginare che anche il suo pensiero si sarebbe tramutato, nella fase esecutiva, in una “ideologia”( in senso marxiano) cioè una sovrastruttura ideologica usata dai “dominanti” per mistificare il reale rapporto di dominio e di sfruttamento economico sui dominati. Sembra proprio che noi umani non riusciamo ad oltrepassare questo stadio evolutivo. Chissà per quanto tempo ancora il Lucifero che è in noi stenterà a ritornare alle altezze da cui è precipitato. Se mai vorrà farlo.
Sabbie mobili (traduzione, adattamento, attualizzazione di David Bowie’s “Quicksand”)