Inghilterra: un referendum… a marcia indietro

Il Primo Ministro inglese ha affermato che il popolo inglese deve “dire la sua” sulla permanenza in Europa, con un referendum molto chiaro, se stare in Europa o uscirne. Il referendum si terrà entro il 2017 se il partito conservatore vincerà le elezioni.

L’idea si allinea sul referendum francese e olandese che hanno detto “no” al progetto di costituzione europea, continuando una scia regressiva che ci riporta indietro di decenni. La recessione economica rischia di far prevalere derive populiste e liberticide. Visto dall’America, il “no” francese e olandese è stato un incredibile “suicidio democratico” in cui i cittadini europei (male informati dalla stampa nazionale preda di lotte tra i partiti interni) hanno rifiutato una costituzione che avrebbe dato loro maggiori diritti.

Questa nuova ondata involutiva dovrebbe generare allarme e sgomento, alimentando il dibattito e la coscienza civile. Il vero problema è che questa crescita di consapevolezza democratica non si registra in alcun luogo d’Europa e il vento tira verso la direzione populista, dove i partiti politici tendono ad alimentare il consenso nutrendo le divisioni e la paura.

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