24 maggio 2011
Il Piano per il Sud «ha il grande merito di aver riacceso l’attenzione sui gravi problemi irrisolti del Mezzogiorno» ma ha almeno due grossi limiti: «non prevede l’assegnazione di risorse aggiuntive rispetto a quelle già destinate dal Mezzogiorno» e si scontra con l’incapacità italiana di attuare rapidamente piani e strategie che invece non mancano. (Fonte: Il Sole 24 Ore )
Va giù duro l’austriaco Johannes Hahn, commissario europeo alle Politiche regionali, nella lettera indirizzata ai ministri Franco Frattini (Esteri), Raffaele Fitto (Rapporti con le regioni e coesione territoriale) e Giulio Tremonti (Economia) per ringraziarli di avergli trasmesso il Piano per il Sud. Un gesto di cortesia, quello del governo italiano, che però ha dato un’altra occasione ad Hahn per ricordare i paletti europei entro cui comunque deve muoversi qualsiasi rimodulazione dei fondi europei, oltre che il cronico ritardo italiano nell’utilizzo delle riserve comunitarie «che vede l’Italia agli ultimi posti nella classifica europea» scrive il commissario reduce da recenti incontri con i presidenti di Puglia, Sicilia e Campania, in cui ha sottolineato – ricorda nella lettera – come «ciò che spesso manca all’Italia non sono tanto i piani o le strategie, ma piuttosto la capacità di attuarli rapidamente». Un problema analogo si pone per la costituzione dei fondi d’ingegneria finanziaria che «fatti salvi alcuni casi di eccellenza, sono normalmente usati con eccessivo ritardo rispetto alle richieste e ai bisogni delle imprese». «Occorre individuare le cause dei tempi lunghi di realizzazione delle opere pubbliche – scrive ancora Hahn – e agire con coerenza e continuità per risolvere definitivamente un problema che si trascina da troppi anni» e per il quale esprime «forte preoccupazione», soprattutto per gli interventi «in forte ritardo e che non dimostrano ancora di imboccare percorsi virtuosi». Il riferimento è ai programmi operativi di Campania, Sicilia, Calabria, Sardegna, Abruzzo e Lazio, oltre che per il programma Attrattori culturali. A fine mese è prevista la prima verifica intermedia concordata con Bruxelles, con l’obiettivo di evitare che a fine anno scatti il disimpegno automatico delle ingenti risorse comunitarie disponibili (una decina di miliardi, calcolando tutti i programmi europei per l’Italia). La lettera riconosce che il Piano per il Sud individua «linee di intervento che raccolgono le proposte formulate dal partenariato», in linea, quindi, con gli impegni e gli obiettivi condivisi da tutti i soggetti coinvolti. Ma ricorda che l’utilizzo delle ”risorse liberate” dei programmi operativi 2000-2006 cofinanziati con fondi europei «è sottoposto a prodecure e vincoli stabiliti dal Quadro comunitario di sostegno». Allo stesso modo, l’utilizzo delle risorse dei PO 2007-2013 «è vincolato all’attuazione delle strategie e degli obiettivi definiti dal Quadro strategico nazionale e dai programmi. In sintesi, i progetti che il Piano per il Sud intende finanziare saranno considerati ammissibili se saranno coerenti con gli obietti dei programmi operativi da cui provengono le risorse. La Commissione è poi preoccupata per gli «effetti negativi dell’applicazione sistematica dello spoil system» e soprattutto del fatto che la quota di cofinanziamento nazionale dei programmi comunitari sia «assoggettata al patto di stabilità interno che non fa altro che ritardare – afferma Hahn – l’assunzione degli impegni e l’erogazione dei pagamenti alle imprese». Su quest’ultimo punto, Bruxelles ritiene sostanzialmente inapplicabile la soluzione di compromesso trovata nel Milleproroghe, come dimostra una simulazione realizzata dalla Giunta regionale della Toscana.

