UNA NUOVA STRATEGIA PER IL MERCATO UNICO AL SERVIZIO DELL’ECONOMIA E DELLA SOCIETÀ EUROPEA:
Il “Rapporto Monti“ si incentra su alcune linee direttrici fondamentali, che possono essere orientativamente riassunte in queste tracce essenziali:
UN MERCATO ALLA RICERCA DI UNA STRATEGIA: meno popolare che mai, più necessario che mai. Oggi, il mercato unico è più impopolare che mai, ma l’Europa ne ha più che mai bisogno.
COSTRUIRE UN MERCATO UNICO PIÙ FORTE: il mercato unico si trova oggi in una fase critica, caratterizzata da tre sfide.
La prima consiste nell’indebolimento del sostegno politico e sociale all’integrazione del mercato in Europa. Il mercato unico suscita in molti europei – cittadini e leader politici – sospetto, paura, se non in alcuni casi aperta ostilità. Questa reazione è causata da due tendenze che si rinforzano a vicenda: una “stanchezza da integrazione” che smorza il desiderio di un’Europa più grande e più forte e l’interesse per il mercato unico e, fenomeno più recente, una “stanchezza da mercato”, che mina la fiducia nel mercato.
La seconda sfida è rappresentata dall‘attenzione altalenante che il mondo politico accorda allo sviluppo delle varie componenti di un mercato unico efficace e sostenibile. Alcune delle difficoltà che il mercato unico ha incontrato negli ultimi anni sono imputabili non soltanto alla “saldatura” incompleta tra mercati nazionali per dare vita ad un mercato europeo, ma anche al fatto che non si sono ancora concluse le operazioni su altri due fronti: l’espansione verso nuovi settori per tenere il passo con un’economia in rapida trasformazione e l’impegno per garantire che il mercato unico risulti uno spazio di libertà e di opportunità per tutti, cittadini, consumatori e PMI.
La terza sfida deriva invece da un errore di valutazione che è andato crescendo nell’ultimo decennio, come se il mercato unico fosse stato veramente realizzato e potesse non essere più considerato una priorità politica. Il mercato unico ha cominciato ad essere percepito come una cosa d’altri tempi, che necessita di una manutenzione periodica, ma non di una promozione attiva. Lo spostamento dell’attenzione è stato poi ulteriormente amplificato dalla necessità di concentrare le energie politiche dell’UE su altri elementi cruciali della costruzione europea: l’unione monetaria, l’allargamento e la riforma delle istituzioni.
