Strategia dell’UE per potenziare la governance marittima nel mar Mediterraneo

Presentando la nuova strategia per il Mediterraneo [doc. reference:  IP/09/1305], Joe Borg, commissario europeo responsabile degli affari marittimi e della pesca, ha dichiarato: “Lo sviluppo di processi decisionali più integrati nell’area del Mediterraneo avrà certamente effetti positivi su tutte le parti interessate e sulle amministrazioni. La garanzia di un futuro sostenibile per le industrie marittime e la conservazione dell’ambiente marino nell’area del Mediterraneo dipenderanno dal nostro sforzo nel potenziare la governance marittima in ogni suo aspetto. L’UE deve lavorare per una politica marittima maggiormente integrata e inclusiva, in collaborazione con tutti i nostri vicini.”

Il risultato atteso di queste politiche passa attraverso l’applicazione di strumenti trasversali di governance nel Mediterraneo.  La politica marittima integrata, avviata nel 2007, ha sviluppato e promosso numerosi strumenti di ausilio alla governance marittima, quali: la pianificazione dello spazio marittimo (PSM), per un migliore utilizzo dello spazio marino. La Commissione sta avviando uno studio per valutare la possibilità di applicare la PSM nell’area del Mediterraneo; la gestione integrata delle zone costiere (GIZC) (coste e isole) e un approccio più coerente sui due lati della frontiera terra/mare (la Commissione fornirà un inventario accessibile via Internet); iniziative di ricerca integrata, che la Commissione intende rafforzare in conformità della strategia europea per la ricerca marina e marittima; la sorveglianza marittima integrata per rendere più sicuro il mar Mediterraneo (su questo versante, sei Stati membri costieri hanno già intrapreso un progetto pilota per potenziare la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali responsabili del monitoraggio e della sorveglianza marittima)

L’orientamento è quello di tendere ad una governance marittima integrata, in cui la stretta cooperazione tra i Paesi coinvolti in tali sfide rappresenta soltanto metà della soluzione al problema. Il nuovo sistema prevede infatti che i responsabili delle decisioni devono abbandonare la politica “per settore” e adottare una politica più ampia che tenga conto dei collegamenti tra le varie attività marittime.

Nella comunicazione presentata oggi la Commissione propone dunque di incoraggiare le parti interessate e le amministrazioni nella regione a gestire gli affari marittimi in maniera più integrata e a stabilire le priorità per la governance marittima;  studiare quali potrebbero essere i modi per promuovere una maggiore cooperazione tra le parti interessate e le amministrazioni di tutti i settori marittimi e di tutta l’area del Mediterraneo;  favorire lo scambio delle migliori pratiche tra gli Stati mediterranei membri dell’UE nel quadro di una politica marittima integrata, ad esempio con il supporto di finanziamenti UE per la cooperazione territoriale;  rendere disponibile l’assistenza tecnica nel quadro dello strumento europeo di vicinato e partenariato per i Paesi del Mediterraneo non appartenenti all’UE che desiderino perseguire un approccio più integrato agli affari marittimi; promuovere la ratifica e l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982;  istituire un gruppo di lavoro sulla politica marittima integrata, esteso all’intero bacino, per promuovere il dialogo e la cooperazione con i partner del Mediterraneo non appartenenti all’UE;  potenziare la cooperazione multilaterale e intersettoriale attraverso studi specifici e una più completa conoscenza degli attuali accordi internazionali e regionali che regolano le attività marittime nel Mediterraneo.

L’idea della Commissione è che potenziare la gestione degli affari marittimi condurrà ad una crescita più sostenibile nella regione, permettendo di far fronte ad alcune preoccupazioni comuni. La concorrenza per l’utilizzo dello spazio marino, le minacce alla sicurezza marittima, il degrado ambientale, nonché gli effetti negativi dei cambiamenti climatici indicano la necessità di una risposta più coordinata della governance marittima nella regione, grazie anche alla collaborazione con partner mediterranei non appartenenti all’UE e all’apertura dei programmi di cooperazione internazionale (ENPI, MED, VII Programma Quadro, etc) a questo obiettivo.

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